I prodotti tipici alimentari delle Marche sono strettamente legati come spesso accade in molti territori, alle radici della cultura locale. Questa regione ha basato gran parte del suo sviluppo, soprattutto in tempi più antichi sull’agricoltura, infatti la maggioranza della popolazione viveva in campagna ed aveva come unico sostentamento la terra con i suoi frutti e gli animali.
La scarsità di ricchezza e di prodotti portava queste genti a non sprecare praticamente nulla di quello che ricavavano dal loro lavoro di allevamento e coltivazione. Da questa esigenza sono nate alcune delle ricette e dei prodotti gastronomici più apprezzati e consumati in questo territorio, i prodotti tipici delle marche che ancora oggi sono riproposti con le ricette tradizionali.
Un esempio perfetto di come non buttare via niente è dato da due salumi famosissimi che sono il ciauscolo e il salame fabriano. Il primo ha ottenuto la certificazione I.G.P. nel 2006 a livello nazionale e nel 2009 a livello europeo, è un salume che ha al suo interno metà parte di carne magra e metà di grasso di maiale, che non poteva certo essere sprecato negli anni passati.
Questa grossa quantità di lardo rende il ciauscolo morbidissimo da poter essere spalmato sul pane come una crema, il suo profumo poi è aromatizzato con finocchio e pepe. Il salame Fabriano invece viene realizzato con la coscia di maiale e lasciato stagionare non meno di sessanta giorni. Questo salame era già prodotto dalla metà dell’ottocento ed è caratteristico della zona delle Valle dell’Esino. Tra le eccellenze marchigiane “povere” non possiamo non citare il vino. La viticoltura è stata introdotta dai greci e ha avuto uno sviluppo imponente anche grazie
al clima e al posizionamento geografico della regione.
Oggi nelle Marche ci sono 5 vini D.O.C.G. e 19 vini D.O.C. Nella prima categoria citiamo la Vernaccia di Serrapetrona, il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Rosso Conero, tra i vini D.O.C., il Falerio, la Lacrima di Morro d’Alba e il Rosso Piceno. Nelle marche si coltivano 24.000 ettari di vigneti e si producono due milioni di ettolitri di vino. A fianco alla viticoltura in fatto di importanza c’è l’olivicoltura, l’olio di questa terra riceve infatti sempre maggiori riconoscimeni.
Le varietà di olive sono diverse a seconda della zona di coltivazione e i metodi di produzione associano le moderne attrezzature a piccoli frantoi dove si macina ancora con metodi antichi. Tra le varietà di olive più famose ci sono il piantone di Mogliano, il piantone di Falerone e la Rosciola. Un cenno a parte merita l’oliva ascolana tenera o picena, che è considerata la migliore oliva da tavola nel mondo, è da questa oliva che nascono le olive all’ascolana fritte, una prelibatezza che unisce a questo frutto la carne scelta regionale insaporita con spezie e formaggio.
Un punto forte della gastronomia marchigiana è il non dover ricorrere ad importare merci da fuori poichè nella zona si ha una gran varietà di prodotti alimentari, e come nel caso delle olive ascolane fritte gli ingredienti sono tutti made in Marche, poiché si predilige anche la carne locale della razza bovina marchigiana e del Vitellone bianco dell’Appennino centrale, che ha ottenuto il riconoscimento I.G.P., queste carni sono tanto prestigiose anche grazie all’alimentazione genuina del bestiame.
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